Spazio: scoperto enorme cerchio di energia. È visibile solo nello spettro radio

L’ORC J0102–2450 potrebbe aiutare gli esperti ad identificare l’origine di queste enormi formazioni.

Grazie al radiotelescopio australiano Square Kilometre Array Pathfinder (ASKAP), un team di astronomi ha rilevato un nuovo cerchio ORC, sigla che indica gli ”Odd Radio Circles” (Strani Cerchi Radio), ribattezzato con il nome di ORC J0102–2450. Scoperti l’anno scorso grazie ad uno dei radiotelescopi più potenti al mondo, gli ORC sono cerchi di luce giganti relativamente deboli a lunghezze d’onda radio che appaiono più luminosi attorno ai bordi. Sebbene gli ORC siano luminosi alle lunghezze d’onda radio, sono praticamente invisibili alle lunghezze d’onda della luce visibile, dell’infrarosso o dei raggi X. Finora sono davvero pochi gli oggetti di questo tipo scoperti fino ad oggi, quindi si sa molto poco sulla loro origine e sulla loro natura. Va notato che gli oggetti circolari sono relativamente comuni nello spazio, ma gli ORC non sembrano corrispondere a nessun fenomeno noto fino ad oggi. La recente scoperta, riportata in un articolo pubblicato su arXiv.org, consente agli scienziati di fare un ulteriore passo verso la comprendere di cosa siano realmente queste misteriose strutture. La scoperta è stata realizzata da un team di astronomi guidato da Bärbel S. Koribalski dell’Australian National Telescope Facility durante l’osservazione della galassia NGC 253.

Spazio: scoperto enorme cerchio di energia. É visibile solo nello spettro radio

L’ORC appena rilevato ha un diametro di 978.000 anni luce. Dopo aver misurato il flusso radio totale dalla sorgente, gli astronomi hanno suggerito che l’oggetto è associato alla galassia ellittica centrale DES J010224.33–245039.5. Tenendo conto della radiomorfologia generale e di altre caratteristiche di ORC J0102–2450, gli scienziati hanno tratto alcune conclusioni sulla sua origine. E’ probabile che si tratti di una ”reliquia” di una galassia radio gigante vista frontalmente o un’onda d’urto gigante, probabilmente frutto di una fusione binaria di buchi neri supermassicci. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che sono necessarie ulteriori scoperte ORC con ASKAP e altri telescopi per verificare queste ipotesi proposte.