Il gigantesco calamaro Architeuthis dux, che vive a più di 400 metri di profondità, è stato ripreso con una telecamera nascosta a luci rosse, grazie a un’esca che imitava una medusa bioluminescente.
Un gruppo di scienziati è riuscito a catturare, in diverse occasioni, il gigantesco calamaro Architeuthis dux, la specie che ha ispirato la leggenda del Kraken, oltre a diversi miti dell’antica Grecia su enormi bestie marine che trascinano marinai e persino intere navi nelle profondità del mare. L’Architeuthis dux, il più grande invertebrato del pianeta, può misurare fino a 14 metri di lunghezza, ma è molto difficile da osservare, perché vive ad una profondità di oltre 400 metri, dove arriva pochissima luce solare. Per adattarsi a queste condizioni di oscurità quasi costante, i calamari hanno sviluppato gli occhi più grandi del regno animale, di circa trenta centimetri di diametro. A causa della profondità delle acque in cui vivono questi invertebrati, la loro registrazione non è mai semplice nel loro habitat.
La maggior parte degli avvistamenti avviene, infatti, quando arrivano senza vita sulle coste. Per catturarne le immagini il team di biologi coordinati da Edith Widder della Ocean Research & Conservation Association, ha sviluppato una piattaforma con telecamere per acque profonde, occultata da luci rosse molto fioche che questi invertebrati non sono in grado di osservare e di un’imitazione di una medusa del genere Atolla di cui si cibano i calamari. La combinazione delle luci rosse con l’esca ha permesso al team di Edith Widder di filmare dal vivo calamari giganti nelle acque giapponesi e americane a profondità comprese tra 630 e 900 metri. Oltre al gigante Architeuthis dux, gli scienziati hanno catturato piccoli calamari delle profondità marine, come i Pholidoteuthis adami, e una specie che non è stata ancora identificata, forse Promachoteuthis sloani. Nonostante il suo successo, gli autori dello studio sottolineano che attualmente non si sa quasi nulla sullo stato di conservazione dei molluschi giganti. “Una delle maggiori minacce che A. dux e di molti altri cefalopodi di acque profonde possono affrontare è l’inquinamento acustico”, suggeriscono gli esperti. Nello specifico “sono i suoni forti a bassa frequenza, come quelli emessi durante le indagini sismiche, a causare traumi significativi ai cefalopodi”.
Fonte:
https://phys.org/news/2021-04-technology-uncovering-mysteries-kraken.html