L’elemento è stato rilevato in una supernova situata a circa 11.000 anni luce dalla Terra.
Un team internazionale di scienziati è riuscito ad osservare, attraverso un satellite della NASA, frammenti di titanio che emergono da una supernova, un fenomeno che, secondo gli esperti, potrebbe aiutare a determinare come avvengono le esplosioni di alcune stelle giganti. Lo studio, realizzata grazie alle osservazioni del telescopio spaziale a raggi X di Chandra, ha analizzato Cassiopea A, una gigantesca bolla in espansione di gas caldo ed uno dei più giovani resti di supernova conosciuti, risalenti a circa 350 anni e a 11.000 anni luce dalla Terra. I ricercatori hanno cercato a lungo di capire come le stelle massicce, quelle con massa circa 10 volte quella del Sole, esplodano quando esauriscono il carburante. Quando si verificano queste esplosioni, le stelle che collassano rilasciano nello spazio elementi pesanti come il titanio. “Gli scienziati ritengono che la maggior parte del titanio utilizzato nella nostra vita quotidiana, come nell’elettronica o nei gioielli, sia il prodotto di un’esplosione di una grande stella“, spiega l’autore principale dello studio Toshiki Sato dell’Università di Rikkyo, in Giappone. Tuttavia, fino ad ora non era stato possibile “catturare il momento subito dopo l’ apparizione del titanio stabile“, ha aggiunto.
Una volta che la fonte di energia nucleare di una stella massiccia si esaurisce , il suo nucleo collassa in una stella di neutroni o, meno frequentemente, in un buco nero. Se il corpo celeste si trasforma in una stella di neutroni, un’onda d’urto lascia viene prodotta dal suo interno producendo nuovi elementi attraverso le reazioni nucleari. Gli autori di questo studio hanno trovato prove che l’esplosione che ha causato la supernova Cassiopea A era probabilmente guidata da neutrini (particelle subatomiche di massa molto ridotta) mentre quelle strutture che si stavano allontanando dal nucleo dell’esplosione contenevano titanio e cromo.