Non sono parole positive quelle del sindaco di Palermo Leoluca Orlando il quale, interpellato dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus ha spiegato, ai microfoni della trasmissione L’Itaòlia s’è desta, quali siano le difficoltà di tenere sotto controllo la zona rossa che al momento interessa l’intero territorio cittadino. “Noi stiamo qui a discutere aperture si o no – ha detto il primo cittadino affermando che gli attuali 120mila morti sono già di per sè una strage – ma se non si rispettano le regole elementari non si va da nessuna parte. Come si fa a controllare con questo sistema a maglie larghe? L’incoscienza di una minoranza ha già prodotto una strage. Quando cade un aereo giustamente si parla per giorni di strage, qui stiamo davanti a 120mila morti, siamo il Paese in Europa con più morti”. Orlando ha rivolto un appello ai media affinchè “martellino i cittadini” e facciano loro comprendere che “non devono nascondersi dietro l’alibi che non ci sono controlli, perché non si possono controllare 60 milioni di persone. L’altro giorno a Palermo sono state ordinate 40 pizze dalla stessa persona, è difficile che fossero tutte per lui e per la sua famiglia. Non c’è stata zona rossa, è stato un rosa pallido. Occorre indirizzare tutte le energie e le risorse per spingere quella minoranza di italiani che non rispettano le regole individuali a rispettarle per il bene proprio e della collettività”.
Mettendo a confronto la zona rossa con il precedente sistema del lockdown, Orlando ha spiegato che prima era molto più facile fare i controlli mentre il sistema dei colori è paragonabile ad un “concorso a premi, sei bravi se sei giallo, non sei bravo se sei rosso”. “Non si è interiorizzata – ha poi aggiunto – la circostanza che ci sono stati 120mila morti, è come se non ce ne rendessimo conto. Altra cosa riguarda la parte economica, abbiamo chiesto al governo che ci sia un intervento non più di ristori tardivi e inadeguati, bisogna eliminare i costi fissi per aiutare le imprese, perché quando finirà la cig ci saranno milioni di disoccupati”. Infine un intervento sul coprifuoco e sull’impegno del governo a rivalutalo nel mese di maggio: “una norma di prudenza che è in qualche modo una mediazione. Il problema è il fatto che chi va al ristorante non rispetta le regole, che le persone continuano a comportarsi come nulla fosse. Bisogna far capire che i cittadini sono responsabili delle loro azioni, finiamola di scaricare la responsabilità sulle forze dell’ordine. Facciamo un coro nazionale per dire ‘cretino’ a chi non rispetta le regole”.