La pietra, la cui origine per ora rimane poco chiara, presenta una serie di aree luminose sulla superficie.
La NASA ha appena pubblicato un’immagine di una curiosa pietra scoperta dal rover Perseverance, che da febbraio studia la superficie del pianeta rosso alla ricerca di segni di vita passata. “Mentre il drone si sta preparando per prendere il volo – ha scritto la missione marziana sul suo profilo Twitter – non posso fare a meno di guardare le rocce vicine. Questa strana roccia ha il mio team scientifico che scambia molte ipotesi. Se la osservi attentamente, puoi osservare i segni segni lasciati dal laser con il quale l’ho colpita per avere maggiori informazioni“. Il laser installato sul rover è progettato per frammentare le rocce marziane al fine di raccogliere dati sulla geologia del pianeta. Quando riscaldati a migliaia di gradi, i frammenti evaporano, trasformandosi in plasma. A questo punto, la telecamera SuperCam installata sull’albero del rover può scattare la foto per analizzarne la composizione chimica.
Sebbene Marte sia comunemente associato al rosso, la pietra trovata da Perseverance, lunga circa 15 centimetri, sembra virare verso il blu e il verde presentando una serie di punti luminosi sulla superficie. Alla domanda nei commenti sull’origine di questi punti, l’agenzia spaziale ha ammesso di non aver ancora determinato l’origine esatta della roccia. Le ipotesi principali indicano che potrebbe essere il risultato dell’erosione del substrato roccioso locale, un frammento di Marte lanciato nell’area “da un evento di impatto distante” o un meteorite. L’obiettivo principale della missione Perseverance su Marte è la ricerca di antichi segni di antica vita microbica. Il rover raccoglierà dati sulla geologia e sul clima del pianeta rosso e immagazzinerà la regolite, frammenti di rocce, minerali e polvere lasciati sulla superficie del pianeta, aprendo la strada alla futura esplorazione umana di Marte. Il veicolo per l’esplorazione spaziale cercherà, inoltre, di produrre ossigeno dall’anidride carbonica nell’atmosfera del pianeta rosso. Il programma di ricerca è progettato per durare un minimo di due anni terrestri, ma molto probabilmente durerà nel tempo.