I flussi piroclastici distrussero l’antica città romana in pochi secondi.
Sono bastati pochi minuti ai flussi piroclastici a distruggere le città di Pompei. A rivelarlo è un nuovo studio pubblicato su Nature e realizzato dall’Istituto Nazionale di Geofidica e Vulcanologia. In un lasso di tempo compreso tra i 10 e 20 minuti l’antica città romana sul Golfo di Napoli venne rasa al suolo. Gli scienziati sono giunti a questa conclusione dopo aver sviluppato un modello matematico che ha consentito di effettuare simulazioni numeriche in grado di stimare le conseguenze dei flussi piroclastici sul terreno e sulle persone che si trovavano al momento dell’eruzione. Il flusso piroclastico è una miscela di gas vulcanici, materiali solidi e aria che vengono espulsi da un vulcano durante il processo di eruzione e che si espandono attraverso il terreno ad alta velocità e ad alte temperature. Dallo studio è emerso che le persone presenti prima di questi fenomeni subiscono ustioni cutanee fatali e lesioni da inalazione alle vie respiratorie superiori e inferiori.
Secondo Roberto Isaia, ricercatore presso l’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Italia) e coautore del lavoro questo modello è replicabile per i vulcani attualmente attivi di tutto il mondo. “La metodologia applicata – ha aggiunto – può fornire nuovi elementi di conoscenza nel campo della valutazione della pericolosità di una struttura vulcanica attiva “. L’eruzione, datata nel 79 d.C. C., distrusse, oltre a Pompei, anche Ercolano Stabia e Oplonti. Attualmente nell’area continuano a comparire resti umani, oggetti e infrastrutture perfettamente conservate, propria a causa degli effetti dell’eruzione vulcanica.
Fonte: