La sostanza scoperta in un canale di scolo emette livelli “relativamente alti” di radiazioni.
Il personale della società energetica giapponese Tokyo Electric Power (TEPCO) ha individuato, nel bacino di drenaggio della zona del molo della centrale nucleare di Fukushima-1, una sostanza gelatinosa che emette livelli “relativamente alti” di radiazioni. Secondo i tecnici della società è probabile che la fuoriuscita del materiale radioattivo sia stata causata dalla corrosione del contenitore in cui è stato immagazzinato. Le prime letture, registrate mercoledì, hanno indicato una concentrazione di 13 millisievert per ora di esposizione, una misura utilizzata per quantificare i livelli di assorbimento delle radiazioni. Dopo aver recuperato la sostanza, i tecnici hanno applicato il protocollo per decontaminare l’area e installato sacchi di sabbia attorno al contenitore. Finora, i sistemi di monitoraggio non hanno rilevato un aumento dei livelli di radioattività, né all’interno del complesso né nei suoi dintorni.
D’altra parte, all’interno del contenitore danneggiato, sono stati trovati anche detriti come carta, stoffa, coperture e tubi di plastica in cui è stata confermata una concentrazione prossima a 10 millisievert l’ora. Si tratta di materiale che, secondo gli esperti, è stato immagazzinato nel sito durante i lavori successivi al terremoto che ha causato il disastro nucleare del 2011. Lo scorso febbraio un terremoto di magnitudo 7.1, che ha scosso la costa giapponese, ha provocato una fuoriuscita parziale di acqua dai contenitori di combustibile esaurito dei reattori 5 e 6 della centrale nucleare. Per fortuna pare che il liquido, altamente inquinante, sia rimasto all’interno della centrale, senza contaminare le aree esterne.