Il primo asteroide interstellare si compone di azoto solido e presenta caratteristiche simili a Plutone e Tritone.
Sono trascorsi oltre tre anni da quando un team di scienziati osservò, per la prima volta, un oggetto viaggiare nel Sistema Solare molto rapidamente. Già da principio gli esperti capirono che quella appena scoperta non era una roccia come le altre. Raggiunto il punto di massimo avvicinamento al Sole, l’oggetto accelerò in un’orbita iperbolica con un’anomalia spiegabile solo dall’espulsione di gas e detriti, ma non ci fu prova di degassamento. La velocità del frammento ne indicava la provenienza dallo spazio interstellare dove aveva viaggiato per più di un miliardo di anni circa. Anche la forma 1I/’Oumuamua, molto schiacciata, si distingueva da qualsiasi altro oggetto mai osservato nel Sistema Solare mentre la sua estrema luminosità ne indicava una composizione da ghiaccio di idrogeno.
Grazie ad un team di astrofisici dell’Arizona State University gli studiosi hanno stabilito che l’oggetto è un frammento di un pianeta simile a Plutone prodotto in un altro sistema stellare. Ad indicarlo è la composizione di azoto solido, una caratteristica che rende l’albedo dell’oggetto simile al pianeta nano ed alla luna di Nettuno Tritone. Nel suo viaggio nello spazio, l’oggetto ha perso gli strati esterni di ghiaccio di azoto che sono evaporati trasformandone la forma sempre più appiattita. In ogni caso 1I/’Oumuamua ha rappresentato un’occasione unica per gli scienziati di tutto il mondo di farsi un’idea degli oggetti provenienti da altri sistemi extrasolari.