L’aumento degli eventi sismici potrebbe anticipare l’eruzione del vulcano nella penisola di Reykjanes.
Nella sola giornata di lunedì 8 marzo sono stati oltre 2.700 i terremoti registrati nella Penisola di Reykjanes, nell’Islanda sudccidentale, l’area coinvolta da un’intensa attività vulcanica dal 24 febbraio e che secondo gli esperti potrebbe vivere una nuova eruzione vulcanica. Otto fenomeni sismici hanno superato il 3.0 grado della Scala Richter con la scossa più potente di 3.3 mentre in totale i sismi registrati dagli strumenti sono oltre mille. All’origine dell’aumento dei terremoti ci sarebbe un’eruzione vulcanica nelle profondità del vulcano Fagradalsfjall. L’attività sismica è, infatti, è stata individuata poco lontano da una probabile fonte di magma, ed in particolare ad un tunnel magmatico, come spiegato dall’Ufficio Meteorologico Islandese.
La formazione del tunnel magmatico, secondo il Consiglio Scientifico per la Protezione Civile, potrebbe generare un’eruzione tra il vulcano Fagradalsfjall e il Monte Keilir. “Qualora la camera magmatica continuerà ad espandersi nelle prossime ore, dovremmo aspettarci nuovi eventi sismici” – avverte il Consiglio Scientifico per la Protezione Civile. Non è chiaro, al momento, se l’aumento dei terremoti porterà a scosse di 6 gradi nei pressi dell vulcano Fagradalsfjall o nei pressi delle montagne Brennisteinsfjöll. L’intrusione del magma potrebbe continuare nei pressi del vulcano Fagradalsfjall solidificandosi e perciò attenuare il fenomeno oppure potrebbe verificarsi un’eruzione effusiva con il materiale magmatico che scorrerà in maniera costante sul suolo, senza creare minacce per le abitazioni dell’area.