Si tratta dei resti di un esemplare femmina di Panthera spelaea intermedia.
Risalgono ad oltre centomila anni i resti di leonessa scoperti nell’estate di quattro anni fa nel comune di San Daniele, lungo la sponda cremonese del Po. A scoprire i fossili risalenti al Pleistocene è stato Davide Persico, paleontologo e studiosi all’Università di Parma, nonché primo cittadino. Ad oggi la parte inferiore della mandibola del ”Panthera spelaea intermedia’, portata alla luce da Persico, rappresenta l’unica prova della presenza del leone delle caverne, nell’epoca del Pleistocene, in Pianura Padana. ”Grazie allo studio dei dati morfometrici ed al confronto tra le grandezze del dente molare, abbiamo identificato il fossile come appartenente a una leonessa subadulta di 132 chili’‘, ha dichiarato Persico.
“Fino ad oggi nel nostro paese – ha aggiunto – resti fossili di leone risalenti a quell’epoca erano stati scoperti solo nelle grotte dei rilievi appenninici e alpini, ma mai in aree pianeggianti. C’è solo un ritrovamento, realizzato in Germania, di fossile in aree pianeggianti. Il rinvenimento del fossile lungo le sponde Po accresce le conoscenze scientifiche confermando, per la prima volta, la presenza di un predatore apicale in aree pianeggianti”.