I dati di Cassini consentono ancora di scoprire i dettagli del satellite più esteso di Saturno.
Studiato da 2013 al 2017 dalla sonda Cassini, il satellite di Saturno Titano ha rivelato la presenza di diversi bacini di metano liquido. Ma i dati di Cassini, distrutta il 15 settembre penetrando nell’atmosfera del gigante gassoso, sono ancora utili agli esperti che vogliono comprendere le caratteristiche di questa curiosa luna. La profondità e la composizione di ciascuno dei mari erano già state calcolate, ad eccezione del bacino più esteso, il Kraken Mare. “Si tratta di lago che contiene circa l’80% dei liquidi superficiali della luna“, ha dichiarato il dottor Valerio Poggiali, ricercatore presso il Cornell Center for Astrophysics and Planetary Science della Cornell University. Ed è di circa 100 metri la profondità del bacino, composto da una miscela di etano, ma soprattutto di metano liquido, al pari del vicino Ligeia Mare, il secondo più grande di Titano. “Titano potrebbe rappresentarci le condizioni dell’atmosfera della Terra primordiale“, ha concluso Poggiali.
Titano è l’unico corpo celeste, oltre alla Terra, con un’atmosfera significativa. Tuttavia, a differenza della nostra atmosfera a base di ossigeno e azoto, l’atmosfera di Titano è principalmente composta da azoto, con tracce di metano e etano. Questa atmosfera densa nasconde molte delle caratteristiche superficiali di Titano, rendendo la sua superficie difficile da osservare direttamente. La superficie di Titano è caratterizzata da una varietà di formazioni geologiche, tra cui dune di materiali organici che si estendono per centinaia di chilometri. Uno degli aspetti più straordinari di Titano è la presenza di laghi e mari di idrocarburi liquidi. Le immagini inviate dalla sonda Cassini hanno rivelato vaste regioni di Titano coperte da laghi di metano ed etano. Questi idrocarburi liquidi potrebbero svolgere un ruolo simile all’acqua sulla Terra, contribuendo ai cicli meteorologici e all’erosione della superficie. La sonda Huygens, parte della missione Cassini, ha fornito preziose informazioni sulla topografia di Titano durante il suo atterraggio nel 2005, rivelando una superficie composta da ghiaia, roccia ghiacciata e, forse, una sorta di fango organico. Titano potrebbe contenere gli ingredienti chiave per la vita, anche se in forme molto diverse da quelle terrestri. Con la sua atmosfera ricca di composti organici e la presenza di liquidi sulla superficie, alcuni scienziati speculano sulla possibilità che Titano possa ospitare forme di vita basate su chimiche differenti da quelle conosciute sulla Terra.