La formazione, composta da sodio, rende il pianeta unico nel Sistema Solare.
Al pari di una grande cometa, anche Mercurio ha una coda lunga milioni di chilometri, illuminata da una debole luce giallo-arancio. Il pianeta, denso e roccioso, è costantemente colpito dal vento solare con una sottile esosfera composta principalmente da atomi di ossigeno, sodio, idrogeno, elio e potassio. Queste sostanze vengono trascinate dal vento solare e dal bombardamento di micrometeoroidi nello spazio per la ridotta gravità del pianeta che non riesce a ”trattenere” la sua debole atmosfera. Insomma sono i gas spazzati via dalle radiazioni solari a generare la particolare formazione che caratterizza il pianeta. A differenza delle comete, l’ingrediente principale della coda di Mercurio sono gli atomi di sodio che brillano quando vengono ionizzati dalla radiazione ultravioletta del Sole, in un processo simile a quello che guida le aurore terrestri.
Code di dimensioni inferiori possono essere osservate anche su Venere, quando il pianeta viene colpito dal vento solare come anche occasionalmente sulla Luna, anch’essa, come Mercurio, priva di un’atmosfera densa e di una forte attrazione gravitazionale. Ma la coda di Mercurio rappresenta anche una importante di informazioni. Studiandola, infatti, gli esperti possono comprendere le variazioni stagionali nell’esosfera del piccolo pianeta, nelle varie fasi dell’orbita, e comprendere come i brillamenti e le espulsioni di massa coronale influenzino il corpo celeste. Dato che le code di sodio sono state individuate soprattutto nei pianeti rocciosi, identificare il sodio nei sistemi orbitanti intorno ad altre stelle potrebbe aiutarci a rintracciare esopianeti rocciosi e valutarne la potenziale abitabilità.