Una buona notizia nei mesi duri della pandemia di Coronavirus. Come annunciato dall’Omm-Wmo, L’organizzazione mondiale della meteorologia, l’enorme buco dell’ozono antartico si è definitivamente chiuso dopo che, nel mese di agosto 2020, era cresciuto con una preoccupante rapidità. Tanto da raggiungere, il 20 settembre, il picco di 24,8 milioni di chilometri quadrati e avere un’estensione tale da essere diffuso su gran parte del continente antartico. La chiusura, sottolinea l’Omm, è la conseguenza di “una stagione eccezionale a causa delle condizioni meteorologiche naturali e della continua presenza di sostanze che riducono lo strato di ozono nell’atmosfera”, ricordando che è stato “il buco più duraturo e uno dei più grandi e profondi dall’inizio del monitoraggio 40 anni fa”.
La formazione di questo buco è stata accertata nei mesi scorsi: si tratta della conseguenza di un forte vortice polare, caratterizzato da stabilità e da temperature estremamente basse nella stratosfera. Proprio come accaduto nell’Artico nel 2020: le medesime condizioni infatti hanno anche qui contribuito alla formazione di un buco dell’ozono.
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Oksana Tarasova, capo della divisione di ricerca sull’ambiente atmosferico dell’Omm, ha a tal proposito dichiarato: “Le ultime due stagioni del buco dell’ozono dimostrano la sua variabilità di anno in anno e migliorano la nostra comprensione dei fattori responsabili della sua formazione, estensione e gravità. Abbiamo bisogno di un’azione internazionale continua per applicare il protocollo di Montreal” che prevede il divieto di emissioni di sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono.