Nel 2020 i 28 più rapidi mai registrati dagli anni Sessanta.
Nel 2019 la rotazione del nostro pianeta ha raggiunto una velocità record con i 28 giorni più ”rapidi” mai registrati dal 1960. Sono davvero tanti i fattori che influenzano la rotazione del nostro pianeta come la pressione dell’atmosfera, la forza dei venti, il movimento del nucleo e le correnti marine, ma anche l’influsso gravitazionale degli altri oggetti che compongono il nostro Sistema Solare. Si tratta di una differenza minima, che di solito corrisponde a pochi millesimi di secondi, ma in grado di produrre degli effetti sui sistemi di misurazione più precisi, ovvero gli orologi atomici. A fronte della diminuzione della velocità della rotazione della Terra, fenomeno che si verifica costantemente dagli anni sessanta, i sistemi di misurazione aggiungono un “secondo intercalare” all’anno più “lento”, aggiunta che viene effettuata tra a giugno o a dicembre, in modo da ricalibrare l’ora astronomica con l’ora atomica. L’ultimo secondo intercalare è stato aggiunto il giorno 31 dicembre 2016 alle 23:59:59.
Nel 2020, però, si è registrata una notevole accelerazione della rotazione terrestre, un fenomeno che potrebbe rendere necessario la sottrazione di un millisecondo. Il 5 luglio 2020, ad esempio, la Terra ha completato una rotazione più breve di 1,0516 millisecondi rispetto ai 86.400 secondi di durata media; un fenomeno che si è ripetuto per ben 27 volte nello stesso anno, anche se in dimensioni differenti. Tutto ciò porterà il 2021 ad un ritardo di 19 millisecondi in totale. La soluzione? Tra le ipotesi messe in campo c’è la possibilità di aggiungere un secondo. Un’altra possibile soluzione è far accumulare i secondi lasciando accrescere il divario tra il tempo atomico ed astronomico fino all’aggiunta di un’ipotetica ora bisestile; un intervento più ”radicale” che eviterebbe diversi problemi agli operatori dei vari settori, in cui la registrazione dei dati precisi è essenziale.