Un massacro che potrebbe trasformarsi in un caso diplomatico tra i due paesi.
Ha destato scalpore il massacro di oltre 540 cervi e cinghiali in Portogallo in un’area di caccia nel centro del paese. A finire sotto accusa sono sedici cacciatori provenienti dalla Spagna che si sarebbero introdotti in un recinto chiuso di un allevamento dal quale gli animali non avrebbero potuto fuggire. Le immagini della carneficina sono state pubblicate e condivise sui social, provocando rabbia tra la popolazione lusitana e le denunce del governo portoghese. E ora il massacro dei cervi e dei cinghiali potrebbe trasformarsi in un vero e proprio caso diplomatico tra i due paesi iberici. Non usa mezzi termini il ministro dell’Ambiente del Portogallo che indica il fatto come ”un gesto vile” che sarà perseguito.
Secondo i dati pubblicati dai media, l’uccisione degli animali è avvenuta in una fattoria della zona di caccia turistica di Torrebela a quaranta chilometri da Lisbona, tra il 17 e 18 dicembre 2020. Nella zona, dedicata alla caccia, è permesso cacciare animali singoli, al contrario di quello che è accaduto in questo caso. “Le informazioni che abbiamo ricevuto fino ad ora ci spingono a pensare ad massacro indiscriminato ai danni di animali indifesi e rinchiusi in un recinto” ha dichiarato il ministro del Portogallo, annunciando un’inchiesta.