Il fenomeno è legato alle fasi di parossismo registrate negli ultimi giorni.
Un boato fragoroso è stato registrato nella nottata tra il 23 ed il 24 nella zona dell’Etna, alle 23:31 provocando paura nell’area etnea. Ad indicare l’origine del fenomeno è il vulcanologo dell’INGV Boris Behncke, che, sul web, ha rassicurato sulla natura dell’evento esplosivo. “Alcuni di voi avranno udito un forte boato che ha fatto tremare gli infissi e non solo alle 23:31 del 23 dicembre 2020 – ha dichiarato l’esperto – anche io l’ho sentito mentre mi recavo nella Sala Operativa dell’Osservatorio a Catania, dove ero di turno fino alle 08:20 del 24 dicembre. Giunto nella sala – continua l’esperto – ho osservato, attraverso gli strumenti, il segnale infrasonico più potente che io abbia mai sentito in dodici anni di osservazione“.
“Il fenomeno – ha aggiunto Behncke – non indica nulla di grave; la conseguenza peggiore di esplosioni di questo tipo è, infatti, il disturbo del sonno. Dal 22 dicembre sera, sono davvero tante le esplosioni registrate nel Cratere di Sud-Est; eventi tipici nella fasi di parossismo. Nella primavera e nell’autunno del 2013 ne abbiamo osservate numerose”.