Ad oltre 50 chilometri di distanza dalla centrale nucleare le sostanze radioattive risultano ancora ben oltre i limiti consentiti.
I raccolti coltivati nell’area del sito nucleare di Chernobyl, in Ucraina, risultano ancora contaminati dalle radiazioni prodotte dall’incidente nucleare del 1986. In un nuovo studio, i ricercatori hanno scoperto che il grano, la segale, l’avena e l’orzo coltivati nella zona contengono due isotopi radioattivi, lo stronzio 90 e il cesio 137, in livelli ben al di sopra dei limiti di sicurezza. “I nostri dati indicano come i livelli di contaminazione risultino ancora elevati, in quantità rischiose per l’uomo“, ha dichiarato l’autore della ricerca David Santillo, scienziato forense ambientale presso i Greenpeace Research Laboratories dell’Università di Exeter. Sono 116 i campioni di grano, raccolti tra il 2011 e il 2019, dal distretto di Ivankiv in Ucraina, a circa 50 chilometri a sud della centrale nucleare, ad essere analizzati dagli esperti in una zona considerata ”al di fuori” della cosiddetta ”zona di esclusione”, un’area disabitata intorno alla centrale in un raggio di 48 chilometri. Ad essere individuato, in maggiore quantità, è lo stronzio 90, con una percentuale del 48% superiore rispetto al normale. Anche i campioni di legna raccolti dalla stessa regione, tra il 2015 e il 2019, hanno rilevato alti livelli di stronzio 90, superiori al limite di sicurezza indicati per la legna da ardere. I ricercatori ritengono che la persistente radiazione nel legno, in particolare, possa essere la ragione della continua contaminazione delle colture, quasi 35 anni dopo il disastro.
La conferma giunge dall’analisi della cenere di legno proveniente dai forni a legna domestici della zona, dove i livelli di stronzio 90 erano 25 volte superiori al limite di sicurezza. La popolazione del posto usa questa cenere per fertilizzare i loro raccolti continuando, così, a far circolare la radiazione attraverso il suolo. Tuttavia, per gli esperti, basterebbe eliminare l’uso della ceneri radioattive per rendere sicure le coltivazioni. “La contaminazione del grano e del legno coltivati nel distretto di Ivankiv rimane motivo di grande preoccupazione e merita ulteriori indagini urgenti“, ha affermato l’autore dello studio Valery Kashparov, direttore dell’Istituto ucraino di radiologia agricola. Ma ad utilizzare la legna contaminata è anche la centrale termica locale di Ivankiv. “Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare gli effetti della struttura sull’ambiente e sui residenti locali” – concludono gli esperti.