Secondo l’Istat la Lombardia è la regione più colpita.
Il numero di decessi registrato nel 2020, nel nostro paese, ha raggiunto quello del 1944, quando l’Italia era sconvolta dalla Seconda Guerra Mondiale. A renderlo noto è l’Istat ed in particolare il presidente Gian Carlo Blangiardo in diretta TV alla trasmissione Agorà. Secondo Blangiardo, nell’anno in corso il numero di morti supererà i 700mila, un dato senza dubbio preoccupante e che rende l’idea della tragedia del virus che sta ancora imperversando da nord a sud. Sono stati 647mila i decessi registrati nel 2019 mentre quest’anno verrà abbondantemente superata la soglia dei 700mila. Nel periodo che va dall’inizio anno a settembre sono 527.888 le persone morte contro una media che, negli stessi mesi tra il 2015 e il 2019, era di 484.435. L’aumento, rispetto alla media, è dunque di 43mila decessi in dieci mesi, ovvero dell’8,9%.
I dati, pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica, mostrano le tendenze di tutti i mesi dell’anno che volge al termine. Se nei primi due mesi è stata registrata una diminuzione della mortalità del 7% rispetto ai cinque anni precedenti, nel periodo di marzo è stata segnata un’evidente inversione di tendenza, soprattutto in alcune aree come la Lombardia. Nel periodo che va da marzo a maggio nel nostro paese il tasso di mortalità è cresciuto di oltre trenta punti percentuali. Tra giugno e luglio, invece, il numero dei morti è tornato su livelli inferiori rispetto alla media: con -1,2%. Un nuovo aumento è stato registrato nel periodo che va da agosto a settembre, con l’inizio della seconda ondata di COVID, con un +3,7%, ma solo in alcune aree del territorio nazionale, soprattutto nel Centro-Sud, tra cui la Sardegna, la Puglia, la Toscana, l’Umbria, la Sicilia e la Calabria. Segnatamente al COVID, il 36,7% dei morti totali è stato registrato nella sola Lombardia, mentre in Piemonte la percentuale è dell’11,0% e del 10,2% in Emilia-Romagna (le tre regioni più colpite). Il rapporto tra mortalità e contagi, ovvero la letalità, è del 3,5% a livello nazionale, con la percentuale più alta in Lombardia con il 5,4% mentre il più basso è in Campania con l’1,3%.