Si teme un nuovo focolaio di influenza aviaria.
La scoperta di diversi cigni moribondi lungo un canale nella città di Ulverston, ha allarmato le autorità sanitarie del Regno Unito. Tutti gli uccelli acquatici mostravano vistosi segni sanguinamento dalle narici mentre il loro nuoto appariva confuso e sempre lungo una traiettoria a forma di cerchio. “Molti di loro hanno iniziato a ruotare. Era terribile da vedere. Alcuni trasudavano sangue dalle narici”, ha dichiarato ai media britannici Caroline Sim, dell’associazione di volontariato Flying Free per la protezione e il salvataggio dei cigni. Secondo i primi esami post mortem, le morti dei cigni neri sono legate a un’epidemia di influenza H5N8 altamente patogena, già segnalata in diversi allevamenti in Europa. Un virus non nuovo per l’Europa, quello dell’aviaria, che provocò la morte di milioni di animali nel nostro continente tra il 2016 e il 2017. Sviluppatasi negli allevamenti di pollame, l’epidemia ha interessato in pochi anni anche gli animali selvatici presentandosi periodicamente in Europa con focolai in Irlanda, nei paesi dell’est, in Germania, Austria e Paesi Bassi, fino a giungere, nel 2017, in Africa ed in estremo oriente (Giappone). I sintomi negli uccelli, nei casi più gravi, interessano l’apparati respiratorio, digerente e nervoso.
Intanto le autorità locali hanno richiesto agli allevatori di Inghilterra, Scozia e Galles l’attuazione di misure rigorose per contenere la diffusione. E’ di pochi giorni fa la notizia dell’abbattimento di ben 25mila polli in Danimarca, dopo che in un allevamenti di Randers è stato scoperto un focolaio di H5N8. Anche il ministero dell’Agricoltura dello stato Schleswig-Holstein, in Germania, ha confermato casi di influenza aviaria in un’azienda agricola, aggiungendo come la malattia si sia diffusa tra gli uccelli selvatici dell’area. Stessa situazione in Olanda, dove è stata ordinata l’uccisione di 200.000 polli nella città di Puiflijk.