Secondo Zhang Dong, archeologo a capo della missione dell’Istituto di Archeologia dell’Accademia Cinese delle Scienze, la aveva un’estensione di di almeno 180.000 metri quadrati.
Una squadra di archeologi cinesi ha scoperto le rovine di una enorme centro abitato, realizzato oltre due millenni fa, lungo nella valle del fiume Huaihe, nella Cina dell’est. Secondo una prima datazione le rovine portate alla luce nella città di Bengbu, nella provincia dell’Anhui, risalgono a un periodo compreso tra i 4.100 e i 4.400 anni fa, nelle fasi iniziali e intermedie dello sviluppo della cultura Longshan che popolò la Cina nel Tardo Neolitico, tra il 3.000 ed il 2.000 a.C.
Secondo Zhang Dong, archeologo dell’Istituto di Archeologia dell’Accademia Cinese delle Scienze, la città ricopre una zona di oltre 180.000 metri quadrati; un’estensione valutata attraverso la lunghezza delle imponenti mura che la circondavano. “Le prove sulle mura della città sono stati rinvenuti, per la prima volta,tre anni fa, ma il muro nella parte occidentale e meridionale sono stati erosi dal vicino fiume”, ha aggiunto Zhang. “Le mura nella parte settentrionale e meridionale, invece, hanno un’estensione di 300 e 600 metri”. Una delle caratteristiche distintive della cultura di Longshan è l’alto livello raggiunto nella manifattura del vasellame nero, grazie all’uso del tornio, ma anche per la costruzione di imponenti mura, come nel caso della città di Taoisi, un centro fortificato ritrovato nella contea di Xiangfeng, nello Shanxi.
Fonte: http://www.china.org.cn/china/2020-11/26/content_76949527.htm