Coronavirus e vaccini Pfizer-Moderna: febbre e dolori non sono pericolosi ma possono essere molto intensi

Nei mesi scorsi Luke Hutchison, biologo computazionale del Massachusetts Institute of Technology, si è offerto volontario per una sperimentazione del vaccino di Moderna contro il Covid-19. Dopo aver ricevuto la seconda iniezione il suo bracciosi è gonfiato immediatamente fino ad assumere le dimensioni di un grosso uovo. Inizialmente non poteva essere certo di aver ricevuto il vero vaccino e non un placebo ma nel giro di poche ore l’allore 43enne in buona salute è stato colpito da dolori muscolari e ossei e da una febbre a 38,9 gradi che ha definito insopportabile . “Ho iniziato a tremare, ho avuto sbalzi dal caldo al freddo e viceversa. Sono stato seduto al telefono tutta la notte a pensare. Dovrei chiamare il 911?”. I sintomi sono scomparsi dopo 12 ore ma, ha spiegato, “nessuno mi aveva preparato alla loro gravita”. Aggiungendo che le persone dovrebbero essere meglio preparati di lui perchè alcune persone potrebbero ritrovarsi nelle stesse sue condizioni e dover affrontare effetti collaterali intensi di ‘reattogenicità’. “anche se non è sicuro che questo vada a causare problemi a lungo termine come sarà la percezione delle persone una volta che inizierà a essere colpita da tali effetti collaterali?” ha sottolineato Deborah Fuller, vaccinologa dell’università di Washington il cui laboratorio sta sviluppando vaccini a Rna di seconda generazione contro il Covid-19. Dicendosi preoccupata del fatto che gli effetti collaterali possano alimentare l’esitazione delle persone a vaccinarsi.

Florian Krammer, vaccinologo presso la Icahn School of Medicine del Monte Sinai ha dichiarato: “Queste reazioni transitorie non dovrebbero dissuadere le persone dal farsi vaccinare, a fronte di un virus pandemico che uccide almeno 1 su 200 di coloro che infetta”. Meno del 2% dei destinatari ha sviluppato febbri gravi comprese tra 39 e 40. Ma se le aziende dovesse ottenere l’approvazione della Food and Drug Administrazion il vaccino di Pfizer e Moderna verrebbe fornito a 35 milioni di persone negli Usa entro la fine di dicembre: sarebbero dunque 700mila persone. E questo numero potrebbe risultare anche più alto: tra i sintomi descritti vi sono dolori articolari, dolore muscolare e mal di testa oppure affaticamento e febbre. I singoli sintomi hanno colpito tra il 2 ed il 9,7% dei volontari, un tasso di reazioni gravi più elevato di quello al quale le persone potrebbero essere abituate. “Si tratta di una reattogenicità più elevata ripetto a quella normalmente osservata con la maggior parte dei vaccini antinfluenzali, anche quelli ad alto dosaggio”, ha osservato Arnold Monto, epidemiologo presso la School of Public Health dell’Università del Mitchigan. Gli operatori sanitari in prima linea, dunque, dovrebbero preparare i messaggi da trasmettere ai pazienti in modo tale che non passi il messaggio di un “danno da vaccino”.