Un gruppo di scienziati ha identificato un antico frammento di fondale dell’Oceano Pacifico nelle profondità della Cina, trascinato verso il basso nella zona di transizione del mantello terrestre. La colossale lastra rocciosa che fiancheggiava il fondo del Pacifico, è una reliquia della litosfera oceanica, lo strato più esterno della superficie terrestre, composto dalla crosta e dalle parti solide più esterne del mantello superiore. Lo strato superficiale superiore è composto da diverse placche tettoniche frammentate, che si muovono lentamente e si spostano in superficie, incontrandosi occasionalmente l’una nell’altra. Durante queste collisioni, può verificarsi un processo geologico chiamato subduzione, nel quale una placca si inabissa sotto l’altra in determinate aree e finisce per essere spinta sempre più in profondità nel pianeta. In un nuovo un team di scienziati di Cina e Stati Uniti hanno ora assistito a questo fenomeno epico che si svolge a profondità maggiori di quanto non fosse mai stato osservato prima. Prima di questa scoperta, gli scienziati avevano registrato lastre di subduzione che si inabissavano ad una profondità di circa 200 chilometri. Ora, grazie alla gigantesca rete di oltre 300 stazioni sismiche sparse nella Cina nord-orientale, i ricercatori sono stati in grado di osservare l’evento in un punto molto più basso. La scoperta della lastra è avvenuta attraverso due discontinuità registrate nelle onde sismiche.
Mentre la subduzione della placca è ancora in corso nelle profondità della Cina, la zona di subduzione è stata individuata più ad est, al di sotto del Giappone. Grazie a questa scoperta gli studiosi della Rice University sono riusciti ad ottenere un’idea migliore di ciò che accade a una lastra subdotta quando raggiunge la zona di transizione. Durante questo processo la placca si deforma e, alle alte temperature del mantello, e si immerge nel mantello dove si ”scioglie” ad altissima temperatura.