Il vaccino dovrebbe garantire un’immunità di almeno un anno.
Secondo l’immunologo tedesco Ugur Sahin, co-fondatore e CEO di BioNTech, il vaccino contro il covid-19, sviluppato dalla sua azienda in collaborazione con la Pfizer, può ”sferrare un colpo mortale” al virus e porre fine alla pandemia. “Se la domanda è se possiamo porre fine a questa pandemia, con questo vaccino, la mia risposta è: sì – ha dichiarato l’esperto in un’intervista online al quotidiano britannico The Custode. Pfizer e BioNTech hanno riferito, il 9 novembre, che una prima analisi della sperimentazione del loro vaccino sperimentale contro il covid-19,dal nome ”BNT162b2” ha mostrato un’efficacia superiore al 90% in volontari senza precedenti infezione. Le due compagnie, che prevedono di offrire circa 50 milioni di dosi del loro vaccino in tutto il mondo entro la fine del 2020 e 1,3 miliardi di dosi nel 2021, sottolineano di non aver riscontrato finora gravi problemi legati alla sicurezza. Secondo Sahin i dati mostrano come il vaccino ‘‘non solo sarà in grado di impedire alle persone infette di sviluppare gravi malattie, ma fermerà la trasmissione del virus stesso”. Secondo gli sviluppatori i pazienti che ricevono il vaccino, in due dosi a tre settimane di distanza, sono immuni al coronavirus per almeno un anno.
Il vaccino Pfizer e BioNTech, spiega Sahin, attacca il COVID-19 in due fasi: in primo luogo, gli impedisce di “penetrare” nel corpo. “Ma anche se riuscisse ad entrare nel corpo i linfociti T lo colpirebbero immediatamente annientandolo“. BNT162b2 è sviluppato sulla base dell’RNA messaggero (mRNA), una nuova metodologia che accorcia il processo di produzione di quasi tre mesi, rispetto ai vaccini convenzionali, che invece prendono le informazioni genetiche da un virus e le coltivano nelle cellule umane. Questo metodo è utilizzato anche nel vaccino della società americana Modern biotechnology. Ma è proprio da questa innovativa tecnologia che deriva il principale svantaggio del vaccino: il materiale genetico di cui è composto necessita di particolari condizioni di conservazione e trasporto che richiedono sforzi considerevoli e coordinati. Il farmaco deve essere congelato a temperature di meno 70 gradi Celsius e può essere scongelato solo fino a cinque giorni prima dell’applicazione. Ciò significa che per garantire la somministrazione di dosi a tutti i cittadini, i paesi devono disporre di un efficiente sistema di produzione, conservazione e trasporto di surgelati. Questa particolarità rappresenta una sfida enorme per molti paesi, compresa l’Italia che, ad oggi, non avrebbe ancora un piano efficiente per la distribuzione del vaccino alla popolazione.