Gli anticorpi scoperti per lo più in soggetti in età adolescenziale o in bambini.
Anche le persone che non hanno mai contratto il coronavirus possono avere una forma di difesa contro il COVID-19. A renderlo noto è una ricerca realizzata del Fracis Crick Institute e dell’University College di Londra. Secondo gli esperti sarebbero gli anticorpi sviluppati in reazione ai coronavirus del raffreddore a determinare la difesa immunitaria, in alcuni soggetti al COVID-19. Lo studio è stato realizzato sulla base di oltre 300 campioni ematici raccolti prima della pandemia di Covid-19, tra il 2011 e il 2018. La scoperta potrebbe rappresentare un passo importante per lo sviluppo di un vaccino contro il Sars-Cov-2 ed altri eventuali nuovi coronavirus.
Nella ricerca, pubblicata sulla rivista Science, gli esperti hanno determinato come gli anticorpi appartengano alla classe delle immunoglobuline IgG e sono diretti contro la subunità S2 della proteina Spike presente sulla superficie di Sars-Cov-2. “La proteina Spike del nuovo coronavirus – dichiara George Kassiotis, autore della ricerca – si costituisce da due subunità: la S1 che permette al virus di legare con le cellule e che risulta differente nei vari coronavirus e la S2 che consente al virus di penetrare nella cellula ospite e che risulta è molto più simile tra i vari coronavirus, compreso il Sars-Cov-2”. Ed è per questo che alcuni anticorpi agiscono contro entrambi”. La ricerca è il frutto di uno studio approfondito realizzato su un campione di soggetti che non avevano mai sviluppato l’infezione da COVID-19. L’individuazione degli anticorpi è avvenuta, in particolare, nei campioni ottenuti dai bambini e dagli adolescenti, forse sviluppati in risposta all’esposizione ad altri coronavirus che provocano i comuni raffreddori e che ”somigliano”, dal punto di vista strutturale, al Sars-Cov-2. Ulteriori ricerche consentiranno di comprendere la reale diffusione della ”barriera immunitaria” soprattutto nei giovani.