Il corso d’acqua era tombato da tempo mentre le fontane vennero chiuse negli anni settanta.
I lavori di ammodernamento del Molo Beverello regalano una scoperta davvero sorprendente alla città di Napoli. Si tratta di una fonte di acqua sulfurea, o ”zuffregna” in lingua napoletana, dove venivano ad abbeverarsi i napoletani di cinquecento anni fa, come indicato dal nome stesso dell’area (Beverello, da biberellum). Diverse fontane producevano acqua sulfurea, minerale dal sapore acidulo, indicata come molto salutare perché ricca di calcio, magnesio e ferro. Con l’arrivo del colera, nel 1973, le fontane furono chiuse per motivi igienico-sanitari e per trent’anni l’acqua ferrata è stata solo un ricordo.
Tipiche delle zona vulcaniche, le acque solfuree si caratterizzano per una quantità pari o superiore ad 1 mg di acido solfidrico per litro, che ne conferisce il classico odore, spesso definito “di uovo marcio”. Si produce negli strati sotterranei della Terra a temperature elevate, da dove risale sotto forma di geyser o come acqua calda. Da secoli l’uso dell’acqua sulfurea è indicata per difendere il corpo dai processi infiammatori endogeni o esterni e se ingerita produce un’azione lassativa sull’apparato digerente.