Le misure contenute nell’ultimo Dpcm introdotto dal governo Conte allo scopo di arginare il numero dei contagi da Coronavirus non basteranno e ben presto bisognerà ricorrere a misure più drastiche. A sostenerlo è Renata Gili, responsabile della Ricerca sui Servizi Sanitari della fondazione Gimbe, secondo la quale le misure restrittive che prevedono tra le altre cose la chiusura di palestra, cinema, piscine, teatri e, dalle 18, dei locali come bar, pub e ristoranti proseguendo poi con le sole consegne a domicilio o con l’asporto, siano già state surclassate dalla crescita esponenziale della curva epidemiologica in Italia. E che dunque se non si interverrà immediatamente con decisioni più drastiche dicembre sarà tutt’altro che sereno: “In relazione ai risultati ottenuti dall’introduzione di ciascuna misura di contenimento – ha sottolineato l’esperta della Fondazione Gimbe – è stata stimata l’efficacia sul valore di Rt di quattro possibili gruppi di interventi a 7, 14 e 28 giorni. Se da un lato gli effetti dipendono dal numero e dalla tipologia di restrizioni, dall’altro non sono affatto immediati. Infatti, per dimezzare il valore di Rt servono 28 giorni di lockdown totale, tempi che in Italia potrebbero dilatarsi ulteriormente per il ritardo sempre maggiore nella notifica dei casi“.
Il monitoraggio svolto tra il 21 e il 27 ottobre indica infatti un incremento esponenziale nel trend dei nuovi contagi (130.329 contro i 68.982 della settimana precedente). Ciò è dovuto da un lato per via dell’incremento dei casi testati (722.570 rispetto ai precedenti 630.929), ma anche per l’aumento del rapporto positivi/casi testati (18% contro 10,9%) “I dati dell’ultima settimana – ha aggiunto il presidente della fondazione Gimbe Nino Cartabellotta – documentano il crollo definitivo dell’argine territoriale del testing & tracing, confermano un incremento di oltre il 60% dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva e fanno registrare un raddoppio dei decessi. In alcune aree del Paese non è più procrastinabile il lockdown totale per arginare il contagio diffuso e ridurre la pressione sugli ospedali. Al di là dei numeri assoluti preoccupano i trend esponenziali con cui aumentano i pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva, con un tempo di raddoppiamento di circa 10 giorni da 3 settimane consecutive. Vero è che sono state introdotte progressive restrizioni da parte di Governo e Regioni, ma il loro effetto sulla flessione della curva dei contagi sarà minimo, sia perché le misure non sono state ‘tarate’ su modelli predittivi a 2 settimane, sia perché le blande misure dei primi due Dpcm sono già state neutralizzate dalla crescita esponenziale della curva epidemica“.