L’analisi delle orbite di questi piccoli oggetti, ai limiti del Sistema Solare, potrebbe confermare la presenza dell’ipotetico Pianeta Nove.
Un team di astronomi americani ha identificato 17 oggetti, presenti ai limiti del Sistema Solare, che potrebbero confermare la presenza dell’ipotetico Pianeta Nove. All’inizio del 2016, gli scienziati Mike Brown e Konstantín Batygin, del California Institute of Technology di Pasadena (USA), hanno descritto come l’effetto gravitazionale di questo presunto pianeta potrebbe spiegare le orbite insolite di un gruppo di oggetti transnettuniani nella cintura di Kuiper suggerendo possibili parametri per la sua orbita. Il cosiddetto Pianeta X dovrebbe avere un’orbita allungata con un periodo orbitale di circa 15.000 anni terrestri, circa dieci volte la massa della Terra e da due a quattro volte il suo diametro, il che lo collocherebbe al quinto posto nell’elenco dei pianeti più grandi dopo Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Ad oggi, la ricerca del Pianeta Nove non ha avuto successo. Rilevare le impronte da un oggetto spaziale da 12 a 23 volte la distanza tra Plutone e il Sole è estremamente difficile, quindi gli scienziati continuano a escogitare nuovi metodi per osservarlo.
Gli astronomi Malena Rice e Gregory Laughlin dell’Università di Yale (Connecticut, USA) hanno deciso di utilizzare il metodo “shift and stacking“, che prevede l’elaborazione di centinaia di osservazioni spaziali. Questa tecnica era già stata utilizzata in passato per localizzare nuovi satelliti naturali nel Sistema Solare, ma questa è la prima volta che viene implementata su larga scala per una vasta area di spazio. Nel loro studio, accettato dal Planetary Science Journal, i ricercatori hanno utilizzato migliaia di immagini dal telescopio spaziale TESS (Probing Satellite for Exoplanets in Transit) della NASA, combinando la luce fioca proveniente dagli oggetti cosmici lontani che appaiono nelle immagini. In totale, Rice e Laughlin hanno rilevato 17 oggetti spaziali che potrebbero corrispondere all’ipotetico pianeta X. “Se anche uno di questi oggetti candidati fosse reale, ci aiuterebbe a comprendere le dinamiche del Sistema Solare esterno e le probabili proprietà del Pianeta Nove“, ha detto Rice in una dichiarazione pubblicata sul sito web di Yale. Attualmente, l’astronomo sta verificando i “candidati” con l’aiuto di telescopi terrestri.