L’arrivo della nube ha allarmato soprattutto le autorità nord coreane.
Giovedì 22 ottobre una nube giallastra ha attraversato la penisola coreana allertando le autorità dei due paesi che hanno reagito all’evento in maniera opposta. Se il governo della Corea del Sud ha avvertito la popolazione del peggioramento della qualità dell’aria, in particolare nella capitale Seul, il Nord ha vietato a gran parte degli abitanti di uscire di casa. E così il transito della nube è diventata un caso diplomatico con la Corea del Nord che ha accusato velatamente la Cina di spargere sostante tossiche, ed in particolare il coronavirus.
In realtà le nubi di questo tipo, composte essenzialmente dalla sabbia dell’altopiano della Mongolia, nel deserto del Gobi, si spostano spesso verso est, raggiungendo la penisola coreana e poi l’oceano. Ma il Rodogn Sinmun, il principale organo di informazione nord coreano ha invitato la popolazione a ”ripararsi” dalle sostanze virali con le mascherina e i soggetti deboli a rimanere a casa. Quella del 22 ottobre è la terza volta dall’inizio dell’anno che una nube di polvere raggiunge la Corea del Sud. Nel suo lungo percorso la sabbia del deserto si mescola alle polveri tossiche provocando problemi alla popolazione delle grandi città.