Contagi record nelle maggiori città del paese e sistema sanitario al collasso.
Mentre molti paesi soffrono per la seconda ondata della pandemia covid-19, le autorità dell’Iran, una delle nazioni del Medio Oriente più colpite dal coronavirus, hanno affermato di essere già alle prese con una terza ondata di infezioni, come confermato dal giornale Iran Press. Per la terza volta in una settimana, mercoledì l’Iran ha raggiunto il numero più alto di morti e infezioni quotidiane da coronavirus, con 279 decessi e 4.830 nuovi casi registrati in 24 ore; un dato record, superiore rispetto ai periodi cupi di Primavera e più alti di settembre. Dal mese di febbraio, l’Iran ha registrato oltre 513.000 infezioni e più di 29.300 decessi, ma ”se gli iraniani non agiranno insieme e la malattia continuerà per altri 18 mesi, il paese potrebbe poter contare oltre 300mila vittime” – come afferma Mohammad Talebpour, direttore dell’ospedale Sina, il più antico della Capitale. Nella giornata di mercoledì, l’Iran ha annunciato la sospensione dei viaggi tra le maggiori cinque grandi città, tra cui la capitale Teheran e la seconda città più popolosa, Mashhad. Kianoush Jahanpour, portavoce del ministero della Salute, ha spiegato alla televisione di stato che il provvedimento mira a ridurre i rischi prima della festa religiosa di sabato. In questo modo, la Polizia impedirà ai veicoli di entrare in queste cinque città se le loro targhe non corrispondono a quelle della città.
Il vice ministro della Salute, Iraj Harirchi, risultato anch’esso positivo al COVID-19 a marzo, ha commentato alla televisione di stato che il numero effettivo di morti in tutto il paese è circa il doppio delle cifre riportate. Un numero significativo di pazienti ricoverati, spiegano gli esperti, sono risultati, infatti, ”falsi negativi” al tampone.