L’annuncio ufficiale dell’azienda sul sito web.
Le sperimentazioni effettuate dall’azienda farmaceutica Johnson & Johnson sul vaccino contro il covid-19 sono state sospese a causa di una malattia inspiegabile registrata in uno dei partecipanti al test. La notizia è stata inizialmente diffusa lunedì dal sito Stat, citando una fonte interna dell’azienda e poi da numerosi media statunitensi che hanno confermato la ”pausa” nella sperimentazione. Intanto il sistema online utilizzato per registrare i partecipanti allo studio è stato chiuso mentre sarà convocato un comitato di controllo dei dati e della sicurezza; un’entità indipendente che garantisce la sicurezza dei pazienti sottoposti alla sperimentazione clinica. Poche ore dopo l’azienda ha confermato quanto accaduto attraverso una dichiarazione pubblicata sul proprio sito web. “Abbiamo temporaneamente interrotto il dosaggio aggiuntivo in tutti i nostri studi clinici sul vaccino COVID-19, incluso lo studio di fase 3, a causa di una malattia inspiegabile in un partecipante allo ricerca – ha osservato l’azienda.
”Le condizioni del partecipante – aggiungono – sono state esaminate e valutate dall’indipendente Data Security Monitoring Board (DSMB) di Ensemble, nonché dai nostri medici clinici e interni“. All’inizio di ottobre Johnson & Johnson è entrata a far parte del ristretto elenco di aziende entrate nella fase avanzata degli studi per la realizzazione di un vaccino sperimentale contro il coronavirus su larga scala negli esseri umani. Da allora, l’azienda ha iniziato a dosare i campioni, essendo la prima grande sperimentazione di un’inoculazione contro COVID-19 che può funzionare con una singola iniezione. Un episodio simile si è verificato a settembre, quando è stata sospesa la terza fase delle sperimentazioni cliniche del vaccino contro il coronavirus dell’Università di Oxford e dell’azienda farmaceutica AstraZeneca per la comparsa di alcuni sintomi neurologici inaspettati in due donne che hanno ricevuto il vaccino sperimentale. Successivamente “una revisione indipendente” ha stabilito che in entrambi i casi “queste malattie non risultavano associate al vaccino”.