Emergenza roghi in Israele, Siria, Libano e Turchia.
Una devastante ondata di incendi sta sconvolgendo il Medio Oriente, a causa di un’ondata di caldo e siccità senza precedenti. Sono tre i morti registrati fino ad oggi, un bilancio a cui si aggiungono migliaia di persone costrette a lasciare le loro abitazioni. Una situazione aggravata dalle tante mine collocate lungo il confine tra Libano e Israele ed esplose a causa dei roghi. Siria, Libano, Israele, Turchia e territori palestinesi sono stati colpiti da un’intensa ondata di caldo insolita per questo periodo dell’anno. Le alte temperature sono state seguite quasi subito dagli incendi innescati in diverse aree di Israele e della Cisgiordania costringendo migliaia di persone a evacuare le loro case. La polizia israeliana ha annunciato l’evacuazione di oltre 5000 residenti dalla città di Nof Hagalil, nel nord del paese. Ma è la Siria, già dilaniata dalla guerra, a vivere la situazione peggiore con tre morti e decine di persone ricoverate per problemi respiratori.
Gli incendi hanno bruciato anche vaste aree di foreste, principalmente nella provincia centrale di Homs e nella provincia costiera di Latakia. Nella giornata di sabato numerose preghiere speciali si sono tenute nelle moschee della Siria per chiedere l’arrivo dellla pioggia per alleviare la siccità e spegnere gli incendi. Il direttore del dipartimento forestale del dipartimento agricolo di Latakia, Bassem Douba, ha dichiarato all’agenzia di stampa statale SANA che il numero di incendi è, di oggi, 85 in diverse aree sparse per il paese. Lungo il confine con Israele, l’agenzia di stampa statale libanese ha riferito di roghi in diversi villaggi, alcuni dei quali hanno innescato esplosioni di mine terrestri poste lungo il fronte pesantemente sorvegliato. Attimi di paura anche in Turchia, dove le fiamme sono divampate ai confini con la Siria, tra distretti di Belen, Arsuz e İskenderun, costringendo centinaia di persone a lasciare le loro case.