Gli scheletri risalgono ad un periodo che va dal secondo al quarto secolo.
Un team di esperti ha analizzato una serie di sepolture scoperte nella Repubblica di Tuva, in Siberia. I ritrovamenti, che gli esperti fanno risalire ad un periodo compreso tra il secondo ed il quarto secolo dopo Cristo, sono riconducibili all’antica popolazione indoeuropea degli Sciti che ha abitato anche questa remota regione della Siberia. Nella ricerca, pubblicata sull’American Journal of Physical Anthropology e realizzata da un team internazionale dai ricercatori dell’Università di Berna e dell’Accademia delle scienze russa, hanno individuato, nei 78 corpi scoperti, segni di violenza efferata, forse legati ad atti di guerra o per antichi rituali.
Un percentuale significativa dei soggetti seppelliti era morto a causa di violenze interpersonali, forse in seguito a combattimenti corpo a corpo. Numerose le tracce di decapitazione, di tagli alla gola e scalpi. Anche se la maggior parte dei corpi è di sesso maschile, sono state ritrovate anche tracce ossee di donne e bambini. “La scoperta – dichiara Marco Milella del Dipartimento di Antropologia Fisica, Istituto di Medicina Legale dell’Università di Berna e primo autore della ricerca – suggerisce che la violenza non fosse legata solo alle incursioni e alle battaglie, ma anche a rituali misteriosi, durante i quali veniva effettuata l’uccisione di uomini, donne e bambini”.