Un mese dopo l’incidente della nave giapponese, la popolazione scende in strada contro le autorità governative.
Suonando clacson e tamburi percorrendo le strade di Port Louis, la piccola capitale delle Mauritius, l’arcipelago colpito dal disastro ambientale provocato dal naufragio della nave giapponese MV Wakashio. A scatenare la rabbia della popolazione è la comparsa, lungo le coste, di dozzine di delfini arenati, forse uccisi dal petrolio. Nella giornata di sabato i manifestanti, sventolando la bandiera mauriziana, hanno innalzato cartelli con messaggi di accuse alle autorità locali. La protesta crescerà nei prossimi giorni quando migliaia di residenti parteciperanno alla marcia nelle strade di Port Louis, un mese esatto dopo l’incidente che ha prodotto lo sversamento di circa 1.000 tonnellate di olio combustibile in un’area marina già estremamente fragile.
La nave, separatasi in due parti, ha versato una notevole quantità di carburante nella laguna di Mahebourg il 6 agosto, inquinando anche una piccola isola ritenuta un vero e proprio santuario per gli uccelli e la fauna selvatica. Da sempre la piccola nazione insulare dell’Oceano Indiano fa molto affidamento sul turismo e, ora, la fuoriuscita del petrolio, rappresenta un duro colpo che si aggiunge agli effetti della pandemia di coronavirus, che ha limitato i viaggi internazionali. “Un’altra cosa preoccupante è che non conosciamo i possibili effetti a lungo termine. Il petrolio usato dalla nave giapponese è un carburante a bassa concentrazione di zolfo che viene introdotto per ridurre l’inquinamento atmosferico ” – ha dichiarato questa settimana a Nature Jacqueline Sauzier della Mauritius Marine Conservation Society. “Questa è la prima volta che questo tipo di petrolio viene versato in mare, perciò non ci sono studi a lungo termine sull’impatto che potrebbe avere“. Migliaia di volontari hanno lavorato per giorni per cercare di ridurre al minimo i danni, creando barriere petrolifere improvvisate con sacchi di stoffa, foglie di canna da zucchero e bottiglie di plastica.