Uno studio americano fa chiarezza sugli animali, non solo domestici, a rischio COVID-19.
Anche se in rari casi, il coronavirus può colpire anche gli animali. A pubblicare una lista delle specie maggiormente a rischio è un team di studiosi dell’Università della California in una ricerca pubblicata negli Atti della National Academy of Sciences degli Stati Uniti d’America (PNAS). Nello studio i ricercatori hanno sottolineato come tutti gli animali che hanno lo stesso enzima che SARS-CoV-2 utilizza per infettare gli esseri umani, sono esposti all’infezione. L’enzima in questione, conosciuto con il nome di ACE2, si trova sulle cellule epiteliali, nei polmoni, sul naso e sulla bocca.
Prima della ricerca già era chiaro come alcuni animali potessero contrarre il coronavirus, sulla base di casi di vita reale. E’ il caso dei cani, i cui contagi sono stati registrati in tutto il mondo, dei gatti domestici e dei felini in generale, anche se nessun gatto risulta deceduto per il coronavirus. Anche una tigre malese e tre leoni africani, ospitati allo zoo del Bronx a New York City, hanno contratto il nuovo coronavirus, e ora risultano per lo più guariti. Nel corso dello studio, gli esperti hanno suddiviso le 103 specie esposte al coronavirus a seconda del livello di rischio. Tra quelli maggiormente esposti ci sono i primati, in alcuni casi anche in via di estinzione come il gorilla di pianura occidentale, l’orango di Sumatra e il gibbone dalle guance bianche del Nord. Risultano ad alto rischio anche i mammiferi marini come le balene grigie, i delfini tursiopi e i criceti cinesi. Un rischio medio caratterizza, invece, i gatti, i bovini e gli ovini mentre è basso per cani, cavalli e maiali.