La ricerca, pubblicata su Geology, analizza le quantità di precipitazioni cadute sul pianeta rosso in un lontano passato.
Antichi fiumi solcavano la superficie rossa di Marte gettandosi in laghi di diverse dimensioni. Le tracce di queste antiche formazioni hanno spinto gli esperti a ricostruire un periodo nel quale le precipitazioni, anche nevose, cadevano sul pianeta, come accade sulla Terra. A confermare le vecchie teorie è una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Geology. Lo studio analizza, con maggior approfondimento, le antiche precipitazioni che cadevano su Marte; in attesa delle informazioni che, in ogni caso, ci giungeranno grazie al rover Perseverance della missione Mars 2020. Secondo la ricerca, la più approfondita mai realizzata, le piogge erano notevoli e comprese tra i 4 e i 459 metri durante un singolo episodio per riempire un lago o un canale fluviale.
Gli esperti hanno analizzato 96 laghi a bacino aperto, cioè ”sfondato” dalle tracimazioni dell’acqua, e altri laghi a bacino chiuso; tutti formati tra 3,5 e 4 miliardi di anni fa. Attraverso le immagini satellitari e la topografia, gli studiosi hanno misurato le aree lacustri e i volumi dei laghi per comprendere il potenziale fenomeno di evaporazione che si è prodotto. Riuscendo a risalire a questo dato, è stato possibile quantificare l’acqua sufficiente a riempire i bacini. “In un passato compreso tra i 3,5 a 4 miliardi di anni fa il pianeta era ricoperto d’acqua – dichiara il team di ricerca – era presente acqua e neve a sufficienza a riempire i canali e i laghi, ma oggi è completamente asciutto. Il nostro obbiettivo è comprendere la quantità di acqua presente e dove è andata nel corso del tempo”. Il prossimo obbiettivo degli esperti è comprendere per quanto si è prolungato l’episodio di pioggia o di scioglimento della neve: giorni, anni o millenni?