E’ bastata una macchina per le Tac per mostrare un volto di Pompei del tutto nuovo. Molte delle credenze che, fino ad ora, si erano fatte avanti con le interpretazioni dei calchi in gesso (le sagome dei corpi travolti dalla nube piroclastica), sono state smentite da un gruppo di studiosi. L’inserimento dei calchi nella macchina ha permesso di analizzare al meglio le caratteristiche dei corpi mostrando risultati del tutto inattesi. Due sagome particolarmente vicine, in particolare, erano da tempo considerate come madre e figlio, ma le analisi dell’apparecchio hanno permesso di scoprire che si trattasse, invece, di due ventenni. Dalle patologie mediche all’età fino alla condizione sociale: le informazioni rese note dallo studio appena realizzato hanno dell’incredibile.
Un altro calco, da sempre considerato come un mendicante, per via di un oggetto in mano che sembrava una borsa dove mettere i soldi, era in realtà un uomo con sandali e cinghie tipici dei ceti sociali più abbienti con un’età di un giovane ventenne. Stesso discorso per la donna definita “incinta” con la pancia che, invece, era un rigonfiamento dei vestiti per lo spostamento d’aria. Ma è l’immagine di Pompei che salta fuori dai nuovi studi a stupire gli studiosi. Non si trattava di una semplice cittadina di periferia, come spesso viene definita, ma di un centro vivace ricco di giovani benestanti che hanno tentato, fino alla morte, di recuperare i loro oggetti di valore.