L’evento produsse 25 chilometri cubici di magma.
Una nuova potentissima eruzione dei Campi Flegrei è stata scoperta dall’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche in uno studio realizzato in collaborazione con l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), l’Università di Oxford, Durham e St. Andrews, del Cnrs francese e dell’Università della California. La ricerca, pubblicata sulla rivista specializzata Geology, ha consentito di risalire all’origine dell’eruzione che, 29mila anni fa, ricoprì di cenere l’intero bacino del Mediterraneo. Un evento che sconvolse una vasta area e che solo oggi, grazie allo studio, può essere ricondotto ad una potente eruzione che si verificò a Masseria del Monte nei Campi Flegrei. Si tratta della terza eruzione che vide protagonisti il supervulcano e fino ad ora rimasta sconosciuta. L’evento è collocabile, dal punto di vista cronologico, tra i 15mila anni e i 40mila anni fa. La scoperta è il risultato di una complessa attività di ricerca nelle profondità del Mediterraneo, realizzata negli anni Settanta. Le ceneri, rilevate allora in zone diverse, non risultavano attribuibili a nessuna delle eruzioni conosciute. Ora, secondo le stime, fu l’eruzione di 29mila anni a ricoprire di cenere il Mediterraneo producendo una quantità di magma pari a 25 chilometri cubici.
Prima della scoperta di questo terzo evento, erano due le eruzioni conosciute dei Campi Flegrei: la prima 40mila anni fa, celebre anche con il nome di Ingimbrite Campana, la seconda, invece, risalente a 15mila anni fa, è conosciuta come l’eruzione del Tufo Giallo Napoletano. L’ultima scoperta si colloca, dunque, tra le due eruzioni accorciando il periodo intercorso tra gli eventi.