Cerere: un oceano di acqua e sale nelle profondità del pianeta nano

Attraverso lo spettrometro Vir gli esperti hanno individuato depositi di cloruro di sodio idrato (il comune sale “bagnato”) sul pianeta nano.

Un oceano antico, ricco di acqua salata, si nasconderebbe nelle profondità di Cerere, il pianeta nano orbitante nella Fascia degli Asteroidi tra Marte e Giove. Utilizzando i dati della sonda spaziale Dawn della NASA, gli esperti, in una serie di ricerche pubblicate lunedì sulle riviste scientifiche Nature Communications, Nature Geoscience e Nature Astronomy, si sono concentrati sul cratere Occator, dove si nasconderebbe una significativa quantità di acqua e sale. Analizzando la gravità di Cerere, gli esperti sono stati in grado di determinare come il bacino si nasconda a circa 40 chilometri sotto la superficie. “Dawn ha ottenuto molto di più di quanto sperassimo quando ha intrapreso la sua straordinaria spedizione extraterrestre”, ha dichiarato in un comunicato il direttore della missione Marc Rayman del Jet Propulsion Laboratory della NASA . “Queste nuove entusiasmanti scoperte rappresentano un meraviglioso tributo a questo straordinario mondo lontano“. Giunta su Cerere nel 2015, Dawn ha individuato il cratere Occator Crater, uno luogo che da subito ha incuriosito gli esperti per la presenza di macchie bianche luminose; probabilmente dei depositi di sale. Secondo le previsioni il cratere risale a circa 22 milioni di anni, mentre i vulcani di ghiaccio che lo circondano potrebbero essere molto più antichi e risalire a miliardi di anni. Secondo uno degli studi pubblicati di recente, i depositi di sale potrebbero avere appena 2 milioni di anni.

Cerere: un oceano di acqua e sale nelle profondità del pianeta nano

Insomma le macchie brillanti, rappresenterebbero la prova “tangibile” di un antico bacino sotterraneo globale, su Cerere. La prima autrice dello studio a guida Inaf pubblicato su Nature, Maria Cristina De Sanctis ha, inoltre, aggiunto come “i sali individuati nella zona brillante del cratere Occator sono gli stessi scoperti nei getti su Encelado. Nel caso della luna di Saturno, questi sali si formano nell’oceano sotto la superficie e risalgono attraverso delle fratture fino alla superficie per poi essere emessi nello spazio. Anche su Cerere i sali in superficie sono una chiara espressione di acqua salata presente nelle profondità della superficie del pianeta nano “.