Intanto in Giordania il centro sismico segnala un sisma di 4.5 gradi con epicentro la capitale libanese.
Un risveglio drammatico per la città di Beirut, duramente colpita dall’esplosione nella zona portuale di ieri. L’esplosione si è prodotta in un deposito contenente circa 2.750 tonnellate di nitrato d’ammonio; una sostanza altamente esplosiva. Intanto si aggiorna continuamente il bilancio dei morti, di minuto in minuto. La potentissima deflagrazione ha coinvolto uno spazio di almeno due chilometri. I morti sarebbero 100 mentre i feriti superano i quattromila. Ma il bilancio è provvisorio e destinato a crescere per le tante persone ancora intrappolate nelle macerie.
Almeno tre ospedali risultano collassati, come annunciato dal ministro per la salute Hamad Hasan aggravando la già difficile situazione sanitaria della città alle prese con l’emergenza coronavirus. La forte esplosione, inoltre, ha liberato nell’ambiente una nuvola altamente tossica, in grado di provocare effetti sulla salute, anche a lungo termine. Alla luce di questo scenario davvero pericoloso, anche per i sopravvissuti, le autorità hanno invitato la popolazione della capitale a lasciare la città. Secondo gli esperti l’esplosione ha liberato un quantità di energia pari di 1.3 chilotoni, una potenza non lontana dall’energia prodotta da una bomba nucleare. Intanto i danni dell’esplosione di Beirut si contano anche a chilometri dal porto, tra i 1.5 e gli 1.8 chilometri di distanza. Il tutto mentre il centro sismico in Giordania ha registrato un terremoto di magnitudo 4.5 sulla scala Richter con epicentro nella zona portuale della capitale libanese.