Numerosi i contagi a Barcellona e nella regione della Catalogna.
Il governo spagnolo e le diverse amministrazioni regionali del paese si stanno preparando per una seconda ondata di coronavirus, mentre le infezioni si moltiplicano quotidianamente in tutto il territorio. I numeri, sempre più allarmanti, hanno spinto le autorità locali ad un nuovo lockdown, successivamente sospeso dal tribunale e poi reintrodotto in seguito alla risoluzione del governo della Generalitat. Per 15 giorni le città di Lleida e altri sette comuni della zona di Segrià, in Catalogna, saranno nuovamente isolate. Nelle ultime 24 ore la regione ha registrato oltre novecento contagi, di cui 246 rilevati a Barcellona, 199 a Lleida e 138 a Segrià. Intanto il Ministro della Sanità, Salvador Illa, ha comunicato, questo lunedì, ai consiglieri regionali della Sanità la necessità di valutare il grado di preparazione dei diversi sistemi sanitari regionali e monitorare le riserve di materiale medico e farmaceutico, di fronte a una “seconda ondata”.
L’obbiettivo è di farsi trovare preparati al contagio di massa rafforzando i sistemi di diagnosi precoce e la ricerca dei contatti nelle cure primarie all’assistenza ospedaliera, comprese le unità di terapia intensiva (ICU). Insomma i sistemi sanitari spagnoli non collasseranno in caso di una seconda ondata di coronavirus. Secondo il direttore del Center for the Coordination of Health Alerts and Emergencies, Fernando Simón, “il virus è più diffuso di quanto possano indicare i dati”.