I sintomi registrati nella stragrande maggioranza dei guariti dal coronavirus. Intanto all’estero nascono i gruppi di sostegno per gli ”Ex Covid”.
Anche dopo la completa guarigione, il Coronavirus potrebbe lasciare tracce sul corpo. Una dei sintomi osservati più spesso è una mancanza di forze; una stanchezza cronica, avvertiti dai pazienti per diverse settimane, se non addirittura per mesi dopo la guarigione. A renderlo noto, sulla rivista scientifica internazionale JAMA, è un gruppo di geriatri della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e dell’Università Cattolica. Secondo i dati su 143 pazienti, seguiti fino alla fine di maggio, a distanza di oltre due mesi dalla diagnosi di Covid-19, solo 1 su 10 non avvertiva sintomi correlabili alla malattia iniziale. Una percentuale dell’87% avvertiva la persistenza di almeno un sintomo, tra cui la stanchezza intensa (nel 53,1% dei casi), l’affanno nel 43,4% mentre il 27,3% lamentava dolore alle articolazioni. In tutti i pazienti la qualità della vita è peggiorata.
“Il messaggio importante – dichiara Francesco Landi, responsabile del Day Hospital post-Covid – è che la totalità dei pazienti che hanno avuto il coronavirus, soprattutto quelli interessati dalle forme più gravi devono essere sottoposti a controlli multi-organo nel tempo e valutati attentamente rispetto alla persistenza di alcuni sintomi. Questo perché siamo di fronte a una malattia nuova, sconosciuta ed è quindi importante cercare di individuare gli eventuali danni a breve o a lungo termine. Per fortuna – conclude Landi – la stragrande maggioranza dei pazienti non presenta i danni d’organo che temevano a livello di polmoni, occhi, cuore e fegato. Quello che stiamo riscontrando, invece, è una frequente persistenza di sintomi come la ‘stanchezza’, che meritano la nostra attenzione.” Ma non sono solo i problemi a livello fisico a debilitare i pazienti ”post-Covid”. Nel 20% si registrano problemi della sfera psichica con un vero e proprio disturbo post-traumatico da stress. Intanto all’estero continuano a nascere gruppi di sostegno, i cosiddetti ”ex-Covid”, dove i pazienti dimessi si confrontano sui problemi che ancora oggi si trovano ad affrontare. In molti riferiscono di non riuscire a salire le scale, altri di respirare con difficoltà ed altri ancora di natura mentale.