Sempre più evidenti gli effetti del riscaldamento globale sugli ecosistemi montani.
La concentrazione di alghe in due laghi di montagna negli Stati Uniti è più che raddoppiata negli ultimi 70 anni, secondo i ricercatori della Colorado State University. I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, confermano gli effetti potenzialmente dannosi dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi incontaminati e remoti. “Anche in laghi relativamente lontani e situati in aree protette è evidente la traccia dei disturbi umani del sistema terrestre – ha dichiarato la ricercatrice capo Isabella Oleksy ad AFP. “Il rapido riscaldamento in ambienti ad alta quota ha portato a una rapida accelerazione e alla prevalenza di alghe verdi, che fino a poco tempo fa erano in bassa abbondanza in questi laghi.”
Il team di scienziati ha confrontato la quantità di alghe verdi in due laghi situati a circa 100 chilometri da Denver, quindi ha confrontato i risultati con i dati risalenti alla metà del secolo scorso. Gli scienziati hanno scoperto “cambiamenti drastici” nell’abbondanza di fioriture di alghe verdi, chiamate clorofiti, che prosperano a temperature più calde. Nei laghi e negli oceani, le fioriture di alghe danneggiano molte specie di pesci destabilizzando il loro habitat bloccando la luce solare in profondità.