La cenere dell’Okmok produsse un rapido calo delle temperature, carestie e la diffusione di malattie.
Una massiccia eruzione vulcanica, avvenuta in Alaska nel 43 a.C. potrebbe aver contribuito alla scomparsa dell’antica Repubblica Romana. A rivelarlo è uno studio realizzato dalla Queen’s University di Belfast. Secondo i ricercatori una colossale eruzione del Monte Okmok avrebbe diffuso ingenti quantità di ceneri vulcaniche in tutto il pianeta, causando un massiccio raffreddamento delle temperature globali, anche nell’area del Mediterraneo. La conseguenza fu un drastico calo delle temperature in un’estate ”atipica” alle nostre latitudini. Il cambiamento climatico provocò ingenti carestie, la distruzione dei raccolti e un clima eccezionalmente freddo nella regione. Si tratta di condizioni meteorologiche talmente estreme da accelerare la fine della Repubblica Romana, il periodo che ha preceduto l’Impero Romano.
“Scoprire prove che un vulcano dall’altra parte del pianeta abbia effettivamente contribuito alla fine di una fase della storia dei romani e degli egiziani e l’ascesa dell’Impero è affascinante – ha dichiarato l’autore principale dello studio, Joe McConnell, in una nota . “Tutto ciò mostra come il mondo fosse interconnesso, anche 2000 anni fa”. La scoperta è dovuta al rilevamento di uno spesso strato di cenere nelle profondità di alcuni campioni di ghiaccio. “Abbiamo analizzato l’impronta chimica della cenere trovata nel ghiaccio risalente al 43 a.C. scoprendo come si trattasse di cenere del vulcano Okmok II.” I due anni successivi all’eruzione di Okmok furono “alcuni dei più freddi nell’emisfero settentrionale negli ultimi 2.500 anni“. Le precipitazioni estive aumentarono tra il 50 e il 120% al di sopra del normale mentre quelle autunnali subirono un picco del 400% oltre la media. “Nella regione del Mediterraneo, queste condizioni umide ed estremamente fredde hanno probabilmente ridotto i raccolti e aggravato i problemi di approvvigionamento durante i già gravi sconvolgimenti politici del periodo – ha spiegato l’archeologo Andrew Wilson dell’Università di Oxford. “Questi risultati conferiscono credibilità ai documenti antichi che riportano un aumento di casi di raffreddore, carestia, carenza di cibo e varie malattie.”