Milioni di suini abbattuti nello stato africano. Il virus è innocuo nell’uomo, ma presenta una mortalità del 100% nei maiali e nei cinghiali.
Centinaia di migliaia di maiali sono stati massacrati dagli agricoltori nigeriani a causa della diffusione, sempre maggiore, di peste suina africana (ASF). Risale all’inizio dell’anno il primo focolaio registrato intorno a Lagos e in alcune parti del vicino stato di Ogun. Intervistati dal giornale The Guardian gli allevatori hanno stimato il numero dei maiali abbattuti in circa un milione. La peste suina africana, indicata con la sigla ASF, è considerata endemica ormai varie parti dell’Africa. Sono oltre 60 i focolai che tra il 2016 e il 2019, sono stati registrati in tutto il continente. Ma la recente ondata di infezioni è considerata dagli esperti come la peggiore. “Non abbiamo mai sperimentato nulla di simile in passato – dichiara Ayo Omirin, un allevatore di maiali di Oke-Aro, che ha perso più di 600 dei suoi 800 maiali – questa è l’epidemia peggiore e più grande della storia “. E nel paese africano la peste si diffonde in contemporanea con il COVID-19, che in Nigeria ha infettato 17.148 persone causando 455 morti.
Negli ultimi anni la diffusione degli allevamenti suini è notevolmente aumentata in Nigeria. Considerata un modo per sfuggire alla povertà per le famiglie a basso reddito, la carne dei maiali è sempre più consumata dalla popolazione della classe media; insomma un mercato in crescita. Ma ora la crisi economica provocata dall’abbattimento dei maiali potrebbe travolgere la società nigeriana. “Il governo non ha fatto molto, considerando che la maggior parte degli allevatori si trova ad affrontare i debiti per i prestiti che hanno contratto per mantenere le loro fattorie“. L’ASF è un virus innocuo per l’uomo, ma nei suini e nei cinghiali il tasso di mortalità è quasi del 100%.