L’influenza dell’uomo riguarda solo il 50% della superficie del nostro pianeta. Lo studio della National Geographic Society.
Solo la metà della superficie terrestre è stata ”modificata” dall’attività umana mentre il resto è ancora relativamente intatta. A rivelarlo è un team di ricercatori della National Geographic Society degli Stati Uniti in uno studio apparso sulla rivista Global Change Biology. Attraverso il confronto tra quattro recenti mappe del mondo, gli esperti hanno dimostrato come l’attività dell’uomo, come come la coltivazione, l’estrazione e l’urbanizzazione, riguardi solo la metà del mondo. L’influenza umana risulta bassa o molto bassa nei luoghi freddi, come foreste boreali, le praterie montuose e le tundra o nelle aree aride, come i deserti.
”Lasciare intatte le aree incontaminate dovrebbe essere una priorità assoluta dell’uomo, prima che esse siano completamente perse – dichiara il ricercatore Andrew Jacobson. Lo studioso ha aggiunto come ‘‘interrompere il commercio e la vendita di animali selvatici o ridurre al minimo l’intrusione umana nelle aree selvagge non solo impedirebbe l’erosione degli ecosistemi, ma ridurrebbe il rischio di infettarsi con malattie che vengono trasmesse dagli animali alle persone, come il covid-19”. Secondo l’autore principale dell’articolo, Jason Riggio, un equilibrio tra le attività umane e la salvaguardia del territorio sarà indispensabile “se speriamo di raggiungere ambiziosi obiettivi di conservazione“. In ogni caso lo studio, presentato dal gruppo di ricerca, mostra come ”questi obiettivi siano ancora essere raggiungibili”.