Nuovi studi sul pianeta simile alla Terra: c’è acqua in forma liquida?

Proseguono le indagini su Proxima b il pianeta considerato dagli scienziati molto simili alla Terra e orbitante attorno alla stella Proxima Centauri, la più vicina al Sistema Solare. Qui, stando a quanto riportato su uno studio pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics e ripreso in un comunicato diffuso dall’Università di Ginevra, si potrebbe trovare acqua in forma liquida, che consentirebbe di ipotizzare la possibilità che tale pianeta sia abitabile. Sono state effettuate una serie di approfondite e precise misurazioni della velocità radiale utilizzando l’accuratissimo spettrografo svizzero ESPRESSO installato sul Very Large Telescope in Cile, così da ottenere misure migliori di quelle del vecchio spettrografo, HARPS, sviluppato dal team di Ginevra ed impiegato quattro anni fa per rilevare per la prima volta Proxima b nella fascia abitabile della propria stella.

Francesco Pepe, Professore del Dipartimento di Astronomia dell’UNIGE e responsabile di ESPRESSO, ha dichiarato: “Eravamo già molto soddisfatti delle prestazioni dello spettrografo HARPS, che negli ultimi 17 anni è stato responsabile della scoperta di centinaia di esopianeti”. Aggiungendo: “Siamo però molto lieti che ESPRESSO possa produrre delle misure ancora più precise. È una ricompensa gratificante per il lavoro di squadra che dura da quasi dieci anni”.

Michel Mayor, Premio Nobel per la Fisica 2019 e mente dietro agli strumenti di tipo ESPRESSO ha sottolineato che tale spettrografo “ha permesso di misurare la massa del pianeta con grande precisione”. Proxima b si trova 20 volte più vicino alla sua stella rispetto alla distanza Terra-Sole ma l’energia ricevuta è similare a quella che riceve il nostro pianeta e dunque la temperatura sulal sua superficie consentirebbe all’acqua di essere presente in forma liquida ovvero di ospitare forme di vita. Resta però da capire se vi sia un’atmosfera in grado di proteggere il pianeta dai raggi X emanati dalla stella rossa Proxima Centauri. Proxima b infatti, riceve circa 400 volte più raggi X del nostro pianeta. A questa domanda, oltre al fatto che l’atmosfera contenga gli elementi chimici favorevoli allo sviluppo della vita, dovranno rispondere i ricercatori.