Secondo gli archeologi gli oggetti scoperti componevano un gioco ispirato dal popolare “gioco dei ladri” romano.
Una scoperta clamorosa quella realizzata dagli archeologi dell’Università di Bergen nella Norvegia nord occidentale. Svariati resti di una tomba dell’Età del Ferro sono stati portati alla luce nel sito di Ytre Fosse sulla costa occidentale della Norvegia. Un contenuto molto ricco si nascondneva all’interno della struttura con 18 gettoni e un dado risalente all’inizio del IV secolo d.C. C. Il dado allungato è una varietà molto rara, che può essere scoperto esclusivamente negli scavi dell’Impero Romano tra il I e il IV secolo. Tuttavia, dadi simili erano già stati trovati in Scandinavia, all’interno di in un vecchio mercato di armi, nella città danese di Fyn, dove era stata trovata anche una tavola. Questo gioco a gettoni rotondi fu probabilmente ispirato al romano Ludus latrunculorum, letteralmente “gioco dei ladri”, e fu giocato dalle élite scandinave dell’epoca. La ”variante” nordica potrebbe rappresentare un precursore del più noto gioco da tavolo germanico Hnefatafl, dell’era vichinga (750-1050 d.C.).
Una grande scoperta pe rgli scienziati che, attraverso i resti di Ytre, puntano a ricostruire l’impatto sociale del gioco nella società locale al tempo dell’espansione vichinga. La posizione del ritrovamento è legata a un’importante rotta marittima dell’epoca che percorreva la lunga e frastagliata costa norvegese, un’area che ha reso la navigazione più sicura e consentito alle tribù locali di tassare le merci trasportate. Come hanno sottolineato i ricercatori, numerosi tumuli sepolti in quella zona sono “testimonianza di un panorama politico” composto da potenti clan che si occupano della riscossione delle tasse.