L’esaurimento dello strato di ozono avrebbe aumentato le radiazioni ultraviolette, causando l’estinzione dell’80% delle specie animali sulla faccia della Terra.
Secondo una ricerca pubblicata su Science Advances all’origine dell’estinzione di massa del Devoniano ci sarebbe stato il riscaldamento globale. Un avvenimento catastrofico quello avvenuto circa 360 milioni di anni fa ed in grado di innescare una serie di reazioni a catena catastrofiche per la vita sulla Terra, tra cui l’esaurimento dello strato di ozono. Il team di ricercatori ha raccolto campioni di roccia in Groenlandia, all’epoca più vicina all’equatore rispetto ad oggi, analizzando le spore di piante fossilizzate. I segni dei danni provocati dalle radiazioni ultraviolette hanno rivelato agli studiosi ciò che è accaduto in quel lontano passato. Secondo le ricostruzioni il riscaldamento globale ha indebolito lo strato di ozono, aumentando la radiazione ultravioletta che raggiunge la superficie del pianeta. La conseguenza di tutto ciò è stata la distruzione di una gran quantità di piante.
Poiché la flora costituisce la base della rete alimentare del mondo animale, il fenomeno ha prodotto un effetto devastante sugli erbivori causando la successiva estinzione dei carnivori che se ne nutrivano. Una percentuale dell’80% delle specie animali è scomparsa dalla faccia della Terra a causa dei fenomeni innescati nel Devoniano ed inevitabile è il paragone con il surriscaldamento che vive il mondo di oggi. “Le stime attuali suggeriscono che raggiungeremo temperature globali simili a quelle di 360 milioni di anni fa“, ha dichiarato John Marshall, membro dell’Università di Southampton e coautore dello studio. Secondo Marshall un surriscaldamento di questo tipo potrebbe esporre la vita marina di superficie a radiazioni mortali. “Questo – conclude lo scienziato – ci porterebbe a un’emergenza climatica senza precedenti nella storia umana“.