Negli ultimi 50 anni, l’intensità minima nell’Anomalia nell’Atlantico Meridionale è scesa da circa 24.000 a 22.000 nanoteslas mentre un secondo centro è emerso nell’ultimo decennio.
Il campo magnetico terrestre ha perso circa il 9% della sua forza negli ultimi 200 anni. A renderlo noto è l’Agenzia spaziale europea (ESA). L’area in cui il fenomeno mostra la più bassa intensità è la cosiddetta ”Anomalia del Sud Atlantico”, una zona che copre gran parte del Sud America e si estende fino al Sud Africa. Tra il 1970 e il 2020, l’intensità minima del campo magnetico è scesa nell’area da circa 24.000 a 22.000 nanoteslas. La zona coinvolta da fenomeno, inoltre, si sta spostando verso ovest alla velocità di 20 chilometri all’anno aumentando di dimensioni. Negli ultimi anni un secondo centro di minima intensità si è prodotto nel sud-ovest dell’Africa.
Il campo magnetico difende il nostro pianeta dal flusso di particelle cariche elettricamente provenienti dallo spazio; un ruolo fondamentale per la vita sul nostro pianeta. La fase di indebolimento del magnetismo attuale rientra in quelle che vengono considerate normali fluttuazioni. Insomma non si tratta della periodica inversione del campo magnetico che si verifica circa ogni 250.000 anni e che priva temporaneamente la Terra di protezione contro il vento solare.”Il nuovo minimo dell’anomalia del Sud Atlantico si sta formando da circa un decennio, sebbene il suo sviluppo sia accelerato negli ultimi anni. Siamo molto fortunati ad avere i satelliti Swarm per studiare l’evoluzione di questa anomalia – aggiungono – la sfida ora è capire processi che causano questi cambiamenti nel nucleo della Terra “.