La nube degli incendi in Australia ancora in atmosfera

Nonostante sia più sottile, la nube è ancora visibile agli strumenti.

La nube di fumo generata dagli incendi in Australia sta ancora viaggiando per il mondo, dopo quattro mesi dalla sua formazione. A rivelarlo è il National Institute of Water and Atmospheric Research. Devastato da oltre mesi di roghi, il continente australiano ha visto scomparire oltre 12 milioni di ettari mentre milioni di animali sono morti asfissiati o carbonizzati. Una colossale nube di fumo si è generata dalle foreste in fiamme del Nuovo Galles del Sud, la zona maggiormente colpita, una formazione che, nonostante siano trascorsi ben quattro mesi da quando l’incendio è stato domato, è ancora in atmosfera. Già avvistata nel mese di dicembre sui cieli dell’altra parte del’oceano, in Sudafrica, oggi la nube appare dagli strumenti notevolmente assottigliata ed allungata rispetto alle prime osservazioni. Secondo lo scienziato atmosferico del NIWA, il dott. Richard Querel, la scoperta di una nube dopo oltre cento giorni dalla sua formazione rappresenta un evento straordinario. Gli incendi sono stati così ampi da iniettare fumo e aerosol di carbonio nella stratosfera – aggiunge Querel – da allora si sono innalzati a circa trentacinque chilometri dalla superficie. Si tratta di una fuliggine che ha assorbito la luce solare, riscaldando la nuvola di fumo mentre si alzava e attraversava il Pacifico. Quando ha raggiunto il Sud America, la macchia ha continuato a salire fino a quando non è stata sospinta dai venti occidentali tornando indietro verso l’Oceano Pacifico.

La nube degli incendi in Australia ancora in atmosfera

Dopo mesi di analisi approfondite, gli esperti hanno rivelato, inoltre, una diminuzione notevole di ozono all’interno nella nuvola di fumo, ma non solo. I residui della cenere hanno provocato un picco di monossido di carbonio, oltre a vasti depositi arancioni sui ghiacciai dell’Isola del Sud in Nuova Zelanda. In ogni caso, non c’è da preoccuparsi: il monossido di carbonio si trasformerà interamente in biossido di carbonio non provocando danni all’ambiente. L’elemento significativo, suggeriscono gli esperti, è rappresentato dalle dimensioni dell’incendio che ha provocato tale nube, ancora persistente in atmosfera.